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  • Questo spettacolo è passato.

26 Ottobre 2014 alle ore 20:45

All you need is love – L’economia spiegata con i Beatles

di e con Federico Rampini
regia di Angelo Generali
e con
Valentino Corvino violino, elettronica
Roberta Giallo voce, tastiere, ukulele
Promo Music
in collaborazione con
Comune di Cagli – Istituzione Teatro Comunale
e Festival dell’Economia di Trento 2014

Dopo il successo di Occidente estremo, Federico Rampini – corrispondente di Repubblica da New York, autore di numerosi saggi e docente a Berkeley, Shanghai e alla Bocconi – torna in teatro con uno spettacolo che rilegge la crisi economica e immagina un futuro migliore attraverso le canzoni indimenticabili di John, Paul, George e Ringo, intrecciando musiche e provocazioni, autobiografia e denuncia, utopia e cambiamento.
“Il mio modello di business? Sono i Beatles”. Così parlò Steve Jobs, il fondatore di Apple, uno che di business capiva qualcosa e che vedeva i Beatles come un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. Il quartetto più indimenticabile della cultura pop fu anche una start-up di successo: proiettò quattro ragazzi cresciuti nella Liverpool del primo dopoguerra verso la stratosfera della ricchezza.
Le loro canzoni, composte in un periodo di cambiamenti travolgenti come gli anni Sessanta, sono ricche di spunti per parlare di economia in modo semplice, divertente, provocatorio.
La fantasia e la creatività che affascinarono Jobs oggi sono indispensabili anche per rigenerare l’analisi economica: facendolo su una colonna sonora dei Beatles, certamente si seppellisce ogni pregiudizio contro la “scienza triste”.

Dettagli

Data:
26 Ottobre 2014
Ora:
20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:
Stagione 2014-2015

All you need is love – L’economia spiegata con i Beatles

Contrazioni
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regia di Angelo Generali
e con
Valentino Corvino violino, elettronica
Roberta Giallo voce, tastiere, ukulele
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Comune di Cagli – Istituzione Teatro Comunale
e Festival dell’Economia di Trento 2014

Dopo il successo di Occidente estremo, Federico Rampini – corrispondente di Repubblica da New York, autore di numerosi saggi e docente a Berkeley, Shanghai e alla Bocconi – torna in teatro con uno spettacolo che rilegge la crisi economica e immagina un futuro migliore attraverso le canzoni indimenticabili di John, Paul, George e Ringo, intrecciando musiche e provocazioni, autobiografia e denuncia, utopia e cambiamento.
“Il mio modello di business? Sono i Beatles”. Così parlò Steve Jobs, il fondatore di Apple, uno che di business capiva qualcosa e che vedeva i Beatles come un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. Il quartetto più indimenticabile della cultura pop fu anche una start-up di successo: proiettò quattro ragazzi cresciuti nella Liverpool del primo dopoguerra verso la stratosfera della ricchezza.
Le loro canzoni, composte in un periodo di cambiamenti travolgenti come gli anni Sessanta, sono ricche di spunti per parlare di economia in modo semplice, divertente, provocatorio.
La fantasia e la creatività che affascinarono Jobs oggi sono indispensabili anche per rigenerare l’analisi economica: facendolo su una colonna sonora dei Beatles, certamente si seppellisce ogni pregiudizio contro la “scienza triste”.

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Ora:
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Roberta Giallo voce, tastiere, ukulele
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Comune di Cagli – Istituzione Teatro Comunale
e Festival dell’Economia di Trento 2014

Dopo il successo di Occidente estremo, Federico Rampini – corrispondente di Repubblica da New York, autore di numerosi saggi e docente a Berkeley, Shanghai e alla Bocconi – torna in teatro con uno spettacolo che rilegge la crisi economica e immagina un futuro migliore attraverso le canzoni indimenticabili di John, Paul, George e Ringo, intrecciando musiche e provocazioni, autobiografia e denuncia, utopia e cambiamento.
“Il mio modello di business? Sono i Beatles”. Così parlò Steve Jobs, il fondatore di Apple, uno che di business capiva qualcosa e che vedeva i Beatles come un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. Il quartetto più indimenticabile della cultura pop fu anche una start-up di successo: proiettò quattro ragazzi cresciuti nella Liverpool del primo dopoguerra verso la stratosfera della ricchezza.
Le loro canzoni, composte in un periodo di cambiamenti travolgenti come gli anni Sessanta, sono ricche di spunti per parlare di economia in modo semplice, divertente, provocatorio.
La fantasia e la creatività che affascinarono Jobs oggi sono indispensabili anche per rigenerare l’analisi economica: facendolo su una colonna sonora dei Beatles, certamente si seppellisce ogni pregiudizio contro la “scienza triste”.

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