Due opere, due momenti diversi di una stessa narrazione: quella di un’umanità che si interroga, ascolta e si apre al cambiamento. Sei talenti cosmopoliti provenienti da mondi musicali diversi che uniscono esperienze e sensibilità in un solo respiro collettivo, dove ogni voce trova spazio, ascolta le altre, costruisce un tessuto musicale intimo e corale in perfetto equilibrio. Brahms ci introduce in un clima disteso, pieno di calore e di equilibrio. Le linee melodiche si rincorrono con naturalezza, i contrasti si risolvono in armonie profonde, quasi a evocare un mondo in cui le tensioni trovano ancora pace. È una musica che invita all’ascolto, che racconta senza alzare la voce. Il paesaggio sonoro di Schönberg, invece, si fa più inquieto, la scrittura più drammatica. La musica mette in moto un processo: qualcosa si spezza, si confessa, si trasforma. E anche l’ascoltatore si trova coinvolto in questo percorso emotivo che attraversa la notte, per arrivare – forse – a una nuova forma di luce. In questo viaggio l’intesa tra gli interpreti è fondamentale per creare un’architettura sonora solida ma sempre viva, capace di restituire le sfumature, i chiaroscuri, le tensioni e le aperture di due pagine tra le più significative del repertorio cameristico.