Teatro Comunale di Monfalcone

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4 Aprile 2022 alle ore 20:45

Trio Rachmaninov

Stefano Furini violino
Cecilia Barucca Sebastiani violoncello
Adele D’Aronzo pianoforte

Sergej Rachmaninov (1873 – 1943)
Trio Elegiaco n. 1 in sol minore

Dmitrji Šostakovič (1906 – 1975)
Trio n. 1 in do minore op. 8

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Trio in si bemolle maggiore op. 97 “Arciduca”

Nel gennaio 1892 Rachmaninov debutta a Mosca suonando come solista brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij e alcuni suoi lavori da camera, fra cui il Trio Élégiaque, scritto meno di due settimane prima del concerto, in soli quattro giorni.
La composizione non venne pubblicata da Rachmaninov ma il manoscritto della partitura, conservato da un suo amico, fu consegnato, dopo la sua morte, al Museo Statale di Cultura Musicale.
Šostakovič ha 17 anni quando scrive il Trio n. 1, opera in cui sono evidenti le influenze di Skrjabin, Rachmaninov e Glazunov. In quel periodo la situazione finanziaria della famiglia aveva costretto Dmitrij a lavorare come pianista in un cinema, improvvisando dal vivo le colonne sonore. Forse questo lavoro notturno influenza in parte la forma e gli improvvisi cambiamenti di umore del Trio.
Nel 1804 il giovane Rudolph, arciduca d’Asburgo e fratello dell’Imperatore, assunse come suo precettore musicale Beethoven, del quale fu sempre uno dei più fervidi sostenitori. Ludwig contraccambiò l’amico con una serie di dediche importanti, fra cui un paio di Concerti per pianoforte e orchestra, le Sonate “Hammerklavier” e “Gli addii”, la Missa Solemnis e, appunto, il Trio op. 97 “Arciduca”; è con questo pezzo che Beethoven diede l’addio alle scene come pianista con un concerto all’Hotel Romischer Kaiser di Vienna l’11 aprile del 1814.

Dettagli

Data:
4 Aprile 2022
Ora:
20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:

Stefano Furini violino
Cecilia Barucca Sebastiani violoncello
Adele D’Aronzo pianoforte

Sergej Rachmaninov (1873 – 1943)
Trio Elegiaco n. 1 in sol minore

Dmitrji Šostakovič (1906 – 1975)
Trio n. 1 in do minore op. 8

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Trio in si bemolle maggiore op. 97 “Arciduca”

Nel gennaio 1892 Rachmaninov debutta a Mosca suonando come solista brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij e alcuni suoi lavori da camera, fra cui il Trio Élégiaque, scritto meno di due settimane prima del concerto, in soli quattro giorni.
La composizione non venne pubblicata da Rachmaninov ma il manoscritto della partitura, conservato da un suo amico, fu consegnato, dopo la sua morte, al Museo Statale di Cultura Musicale.
Šostakovič ha 17 anni quando scrive il Trio n. 1, opera in cui sono evidenti le influenze di Skrjabin, Rachmaninov e Glazunov. In quel periodo la situazione finanziaria della famiglia aveva costretto Dmitrij a lavorare come pianista in un cinema, improvvisando dal vivo le colonne sonore. Forse questo lavoro notturno influenza in parte la forma e gli improvvisi cambiamenti di umore del Trio.
Nel 1804 il giovane Rudolph, arciduca d’Asburgo e fratello dell’Imperatore, assunse come suo precettore musicale Beethoven, del quale fu sempre uno dei più fervidi sostenitori. Ludwig contraccambiò l’amico con una serie di dediche importanti, fra cui un paio di Concerti per pianoforte e orchestra, le Sonate “Hammerklavier” e “Gli addii”, la Missa Solemnis e, appunto, il Trio op. 97 “Arciduca”; è con questo pezzo che Beethoven diede l’addio alle scene come pianista con un concerto all’Hotel Romischer Kaiser di Vienna l’11 aprile del 1814.

Stagione 2021-2022

Trio Rachmaninov

Musica
Prevendita dall’1 marzo (primo giorno di prevendita: solo CARD e abbonati)
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Stefano Furini violino
Cecilia Barucca Sebastiani violoncello
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Sergej Rachmaninov (1873 – 1943)
Trio Elegiaco n. 1 in sol minore

Dmitrji Šostakovič (1906 – 1975)
Trio n. 1 in do minore op. 8

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Trio in si bemolle maggiore op. 97 “Arciduca”

Nel gennaio 1892 Rachmaninov debutta a Mosca suonando come solista brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij e alcuni suoi lavori da camera, fra cui il Trio Élégiaque, scritto meno di due settimane prima del concerto, in soli quattro giorni.
La composizione non venne pubblicata da Rachmaninov ma il manoscritto della partitura, conservato da un suo amico, fu consegnato, dopo la sua morte, al Museo Statale di Cultura Musicale.
Šostakovič ha 17 anni quando scrive il Trio n. 1, opera in cui sono evidenti le influenze di Skrjabin, Rachmaninov e Glazunov. In quel periodo la situazione finanziaria della famiglia aveva costretto Dmitrij a lavorare come pianista in un cinema, improvvisando dal vivo le colonne sonore. Forse questo lavoro notturno influenza in parte la forma e gli improvvisi cambiamenti di umore del Trio.
Nel 1804 il giovane Rudolph, arciduca d’Asburgo e fratello dell’Imperatore, assunse come suo precettore musicale Beethoven, del quale fu sempre uno dei più fervidi sostenitori. Ludwig contraccambiò l’amico con una serie di dediche importanti, fra cui un paio di Concerti per pianoforte e orchestra, le Sonate “Hammerklavier” e “Gli addii”, la Missa Solemnis e, appunto, il Trio op. 97 “Arciduca”; è con questo pezzo che Beethoven diede l’addio alle scene come pianista con un concerto all’Hotel Romischer Kaiser di Vienna l’11 aprile del 1814.

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Data:
4 Aprile 2022
Ora:
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Stefano Furini violino
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Sergej Rachmaninov (1873 – 1943)
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Dmitrji Šostakovič (1906 – 1975)
Trio n. 1 in do minore op. 8

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Trio in si bemolle maggiore op. 97 “Arciduca”

Nel gennaio 1892 Rachmaninov debutta a Mosca suonando come solista brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij e alcuni suoi lavori da camera, fra cui il Trio Élégiaque, scritto meno di due settimane prima del concerto, in soli quattro giorni.
La composizione non venne pubblicata da Rachmaninov ma il manoscritto della partitura, conservato da un suo amico, fu consegnato, dopo la sua morte, al Museo Statale di Cultura Musicale.
Šostakovič ha 17 anni quando scrive il Trio n. 1, opera in cui sono evidenti le influenze di Skrjabin, Rachmaninov e Glazunov. In quel periodo la situazione finanziaria della famiglia aveva costretto Dmitrij a lavorare come pianista in un cinema, improvvisando dal vivo le colonne sonore. Forse questo lavoro notturno influenza in parte la forma e gli improvvisi cambiamenti di umore del Trio.
Nel 1804 il giovane Rudolph, arciduca d’Asburgo e fratello dell’Imperatore, assunse come suo precettore musicale Beethoven, del quale fu sempre uno dei più fervidi sostenitori. Ludwig contraccambiò l’amico con una serie di dediche importanti, fra cui un paio di Concerti per pianoforte e orchestra, le Sonate “Hammerklavier” e “Gli addii”, la Missa Solemnis e, appunto, il Trio op. 97 “Arciduca”; è con questo pezzo che Beethoven diede l’addio alle scene come pianista con un concerto all’Hotel Romischer Kaiser di Vienna l’11 aprile del 1814.

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Data:
4 Aprile 2022
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