Teatro Comunale di Monfalcone

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11 Febbraio 2014 alle ore 20:45
/ 12 Febbraio 2014 alle ore 20:45

Il malato immaginario

di Molière
traduzione di Angelo Dallagiacoma
regia di Marco Bernardi
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani,
Carlo Simoni
e con Gaia Insenga,
Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini,
Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini
scene di Gisbert Jaekel
costumi di Roberto Banci
luci di Giovancosimo De Vittorio
Teatro Stabile di Bolzano

Fra i capolavori di Molière, Il malato immaginario è l’ultima commedia del grande uomo di teatro francese. Farsa straordinariamente ricca di spunti comici e dal ritmo forsennato, rappresenta senza dubbio il testamento di Molière, la sua visione del mondo disillusa e disincantata, la sua mancanza di fiducia negli uomini.
Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna avida e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite, prima di morire nel 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Da qui la sacralità teatrale che caratterizza il testo, con il quale si sono misurati molti grandi nomi del teatro italiano.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano, a vestire i “mitici” panni del protagonista ipocondriaco è Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Argante a venticinque anni di distanza dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi – afferma Bonacelli – che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière”.

Dettagli

Inizio:
11 Febbraio 2014 alle ore 20:45
Fine:
12 Febbraio 2014 alle ore 20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:

di Molière
traduzione di Angelo Dallagiacoma
regia di Marco Bernardi
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani,
Carlo Simoni
e con Gaia Insenga,
Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini,
Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini
scene di Gisbert Jaekel
costumi di Roberto Banci
luci di Giovancosimo De Vittorio
Teatro Stabile di Bolzano

Fra i capolavori di Molière, Il malato immaginario è l’ultima commedia del grande uomo di teatro francese. Farsa straordinariamente ricca di spunti comici e dal ritmo forsennato, rappresenta senza dubbio il testamento di Molière, la sua visione del mondo disillusa e disincantata, la sua mancanza di fiducia negli uomini.
Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna avida e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite, prima di morire nel 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Da qui la sacralità teatrale che caratterizza il testo, con il quale si sono misurati molti grandi nomi del teatro italiano.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano, a vestire i “mitici” panni del protagonista ipocondriaco è Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Argante a venticinque anni di distanza dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi – afferma Bonacelli – che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière”.

Stagione 2013-2014

Il malato immaginario

Prosa
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/ 12 Febbraio 2014 alle ore 20:45

Il malato immaginario

di Molière
traduzione di Angelo Dallagiacoma
regia di Marco Bernardi
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani,
Carlo Simoni
e con Gaia Insenga,
Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini,
Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini
scene di Gisbert Jaekel
costumi di Roberto Banci
luci di Giovancosimo De Vittorio
Teatro Stabile di Bolzano

Fra i capolavori di Molière, Il malato immaginario è l’ultima commedia del grande uomo di teatro francese. Farsa straordinariamente ricca di spunti comici e dal ritmo forsennato, rappresenta senza dubbio il testamento di Molière, la sua visione del mondo disillusa e disincantata, la sua mancanza di fiducia negli uomini.
Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna avida e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite, prima di morire nel 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Da qui la sacralità teatrale che caratterizza il testo, con il quale si sono misurati molti grandi nomi del teatro italiano.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano, a vestire i “mitici” panni del protagonista ipocondriaco è Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Argante a venticinque anni di distanza dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi – afferma Bonacelli – che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière”.

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Il malato immaginario

di Molière
traduzione di Angelo Dallagiacoma
regia di Marco Bernardi
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani,
Carlo Simoni
e con Gaia Insenga,
Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini,
Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini
scene di Gisbert Jaekel
costumi di Roberto Banci
luci di Giovancosimo De Vittorio
Teatro Stabile di Bolzano

Fra i capolavori di Molière, Il malato immaginario è l’ultima commedia del grande uomo di teatro francese. Farsa straordinariamente ricca di spunti comici e dal ritmo forsennato, rappresenta senza dubbio il testamento di Molière, la sua visione del mondo disillusa e disincantata, la sua mancanza di fiducia negli uomini.
Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna avida e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite, prima di morire nel 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Da qui la sacralità teatrale che caratterizza il testo, con il quale si sono misurati molti grandi nomi del teatro italiano.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano, a vestire i “mitici” panni del protagonista ipocondriaco è Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Argante a venticinque anni di distanza dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi – afferma Bonacelli – che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière”.

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