Teatro Comunale di Monfalcone

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14 Gennaio 2014 alle ore 20:45
/ 15 Gennaio 2014 alle ore 20:45

Il tormento e l’estasi di Steve Jobs

tratto da “The Agony and Ecstasy
of Steve Jobs” di Mike Daisey
traduzione e adattamento di Enrico Luttmann
regia di Giampiero Solari
con Fulvio Falzarano
video di Cristina Redini
luci di Paolo Giovanazzi
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Steve Jobs è un’icona del XXI secolo: il suo ingegno ha cambiato il mondo e nessuno è rimasto escluso – nella nostra civiltà – dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia.
Ma come accade spesso nel caso di figure tanto straordinarie, anche Jobs, o meglio la sua Apple, presenta alcuni lati oscuri.
Mike Daisey, coraggioso drammaturgo americano, li mette in evidenza in questo testo dinamico e acutamente critico. Convinto “seguace del culto di Mac”, Daisey ripercorre entusiasta i traguardi di Jobs, esternando le sue smanie per ogni nuova creazione, ma l’attenzione al design e la tecnologia “alla portata di tutti” di Apple forse ci hanno illuso. Dietro il successo c’è Shenzen in Cina, ci sono le fabbriche dove non esistono tutele e diritti, fabbriche che in nome del profitto considerano 430.000 operai un semplice “ingranaggio umano”. Può la Apple ignorarlo?
A Fulvio Falzarano, bravissimo e carismatico, il compito di dare corpo alle riflessioni e alle denunce di Daisey. Nella speranza che la consapevolezza collettiva faccia in modo che la “mela” che illumina i nostri oggetti più amati possa un giorno non nascondere alcun marciume…

Dettagli

Inizio:
14 Gennaio 2014 alle ore 20:45
Fine:
15 Gennaio 2014 alle ore 20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:
Stagione 2013-2014

Il tormento e l’estasi di Steve Jobs

Contrazioni
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Il tormento e l’estasi di Steve Jobs

tratto da “The Agony and Ecstasy
of Steve Jobs” di Mike Daisey
traduzione e adattamento di Enrico Luttmann
regia di Giampiero Solari
con Fulvio Falzarano
video di Cristina Redini
luci di Paolo Giovanazzi
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Steve Jobs è un’icona del XXI secolo: il suo ingegno ha cambiato il mondo e nessuno è rimasto escluso – nella nostra civiltà – dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia.
Ma come accade spesso nel caso di figure tanto straordinarie, anche Jobs, o meglio la sua Apple, presenta alcuni lati oscuri.
Mike Daisey, coraggioso drammaturgo americano, li mette in evidenza in questo testo dinamico e acutamente critico. Convinto “seguace del culto di Mac”, Daisey ripercorre entusiasta i traguardi di Jobs, esternando le sue smanie per ogni nuova creazione, ma l’attenzione al design e la tecnologia “alla portata di tutti” di Apple forse ci hanno illuso. Dietro il successo c’è Shenzen in Cina, ci sono le fabbriche dove non esistono tutele e diritti, fabbriche che in nome del profitto considerano 430.000 operai un semplice “ingranaggio umano”. Può la Apple ignorarlo?
A Fulvio Falzarano, bravissimo e carismatico, il compito di dare corpo alle riflessioni e alle denunce di Daisey. Nella speranza che la consapevolezza collettiva faccia in modo che la “mela” che illumina i nostri oggetti più amati possa un giorno non nascondere alcun marciume…

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Il tormento e l’estasi di Steve Jobs

tratto da “The Agony and Ecstasy
of Steve Jobs” di Mike Daisey
traduzione e adattamento di Enrico Luttmann
regia di Giampiero Solari
con Fulvio Falzarano
video di Cristina Redini
luci di Paolo Giovanazzi
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Steve Jobs è un’icona del XXI secolo: il suo ingegno ha cambiato il mondo e nessuno è rimasto escluso – nella nostra civiltà – dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia.
Ma come accade spesso nel caso di figure tanto straordinarie, anche Jobs, o meglio la sua Apple, presenta alcuni lati oscuri.
Mike Daisey, coraggioso drammaturgo americano, li mette in evidenza in questo testo dinamico e acutamente critico. Convinto “seguace del culto di Mac”, Daisey ripercorre entusiasta i traguardi di Jobs, esternando le sue smanie per ogni nuova creazione, ma l’attenzione al design e la tecnologia “alla portata di tutti” di Apple forse ci hanno illuso. Dietro il successo c’è Shenzen in Cina, ci sono le fabbriche dove non esistono tutele e diritti, fabbriche che in nome del profitto considerano 430.000 operai un semplice “ingranaggio umano”. Può la Apple ignorarlo?
A Fulvio Falzarano, bravissimo e carismatico, il compito di dare corpo alle riflessioni e alle denunce di Daisey. Nella speranza che la consapevolezza collettiva faccia in modo che la “mela” che illumina i nostri oggetti più amati possa un giorno non nascondere alcun marciume…

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