Teatro Comunale di Monfalcone

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6 Novembre 2012 alle ore 20:45
/ 7 Novembre 2012 alle ore 20:45

Senza confini – Ebrei e zingari

di e con Moni Ovadia
e con Moni Ovadia Stage Orchestra
Paolo Rocca clarinetto
Massimo Marcer tromba
Albert Florian Mihai fisarmonica
Ennio D’Alessandro clarinetto
Marian Serban cymbalon
Marin Tanasache contrabbasso
Ion Stanescu violino
Promo Music

“Piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo”, Senza confini è l’ultima, originale opera teatrale di Moni Ovadia, un concerto-spettacolo fatto di memorie ed emozioni, che intreccia storielle, battute e tracce poetiche della tradizione ebraica ai ritmi incalzanti delle melodie zingare e klezmer. Storie, musiche e canti rom, sinti ed ebraici mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che oggi si carica di urgenti responsabilità.
Accomunati dal nomadismo, quale risposta di dignità ed indipendenza alle persecuzioni, ebrei e rom hanno saputo essere in tutto e per tutto popoli – per cultura, tradizioni, spiritualità – ma popoli senza confini, senza burocrazie, senza eserciti, anche per questo temuti al punto da essere stigmatizzati come essenza del male e poi sterminati.
Ma se l’immenso calvario del popolo ebraico ha avuto pieno riconoscimento, quello del popolo rom a volte continua nel segno del pregiudizio e dell’emarginazione. È quindi compito della musica e del teatro civile scardinare conformismi e meschine convenienze, nate dalla logica del privilegio, per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni gente e di ogni individuo.

Dettagli

Inizio:
6 Novembre 2012 alle ore 20:45
Fine:
7 Novembre 2012 alle ore 20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:

di e con Moni Ovadia
e con Moni Ovadia Stage Orchestra
Paolo Rocca clarinetto
Massimo Marcer tromba
Albert Florian Mihai fisarmonica
Ennio D’Alessandro clarinetto
Marian Serban cymbalon
Marin Tanasache contrabbasso
Ion Stanescu violino
Promo Music

“Piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo”, Senza confini è l’ultima, originale opera teatrale di Moni Ovadia, un concerto-spettacolo fatto di memorie ed emozioni, che intreccia storielle, battute e tracce poetiche della tradizione ebraica ai ritmi incalzanti delle melodie zingare e klezmer. Storie, musiche e canti rom, sinti ed ebraici mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che oggi si carica di urgenti responsabilità.
Accomunati dal nomadismo, quale risposta di dignità ed indipendenza alle persecuzioni, ebrei e rom hanno saputo essere in tutto e per tutto popoli – per cultura, tradizioni, spiritualità – ma popoli senza confini, senza burocrazie, senza eserciti, anche per questo temuti al punto da essere stigmatizzati come essenza del male e poi sterminati.
Ma se l’immenso calvario del popolo ebraico ha avuto pieno riconoscimento, quello del popolo rom a volte continua nel segno del pregiudizio e dell’emarginazione. È quindi compito della musica e del teatro civile scardinare conformismi e meschine convenienze, nate dalla logica del privilegio, per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni gente e di ogni individuo.

Stagione 2012-2013

Senza confini – Ebrei e zingari

Prosa
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/ 7 Novembre 2012 alle ore 20:45

Senza confini – Ebrei e zingari

di e con Moni Ovadia
e con Moni Ovadia Stage Orchestra
Paolo Rocca clarinetto
Massimo Marcer tromba
Albert Florian Mihai fisarmonica
Ennio D’Alessandro clarinetto
Marian Serban cymbalon
Marin Tanasache contrabbasso
Ion Stanescu violino
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“Piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo”, Senza confini è l’ultima, originale opera teatrale di Moni Ovadia, un concerto-spettacolo fatto di memorie ed emozioni, che intreccia storielle, battute e tracce poetiche della tradizione ebraica ai ritmi incalzanti delle melodie zingare e klezmer. Storie, musiche e canti rom, sinti ed ebraici mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che oggi si carica di urgenti responsabilità.
Accomunati dal nomadismo, quale risposta di dignità ed indipendenza alle persecuzioni, ebrei e rom hanno saputo essere in tutto e per tutto popoli – per cultura, tradizioni, spiritualità – ma popoli senza confini, senza burocrazie, senza eserciti, anche per questo temuti al punto da essere stigmatizzati come essenza del male e poi sterminati.
Ma se l’immenso calvario del popolo ebraico ha avuto pieno riconoscimento, quello del popolo rom a volte continua nel segno del pregiudizio e dell’emarginazione. È quindi compito della musica e del teatro civile scardinare conformismi e meschine convenienze, nate dalla logica del privilegio, per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni gente e di ogni individuo.

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6 Novembre 2012 alle ore 20:45
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Senza confini – Ebrei e zingari

di e con Moni Ovadia
e con Moni Ovadia Stage Orchestra
Paolo Rocca clarinetto
Massimo Marcer tromba
Albert Florian Mihai fisarmonica
Ennio D’Alessandro clarinetto
Marian Serban cymbalon
Marin Tanasache contrabbasso
Ion Stanescu violino
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“Piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo”, Senza confini è l’ultima, originale opera teatrale di Moni Ovadia, un concerto-spettacolo fatto di memorie ed emozioni, che intreccia storielle, battute e tracce poetiche della tradizione ebraica ai ritmi incalzanti delle melodie zingare e klezmer. Storie, musiche e canti rom, sinti ed ebraici mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che oggi si carica di urgenti responsabilità.
Accomunati dal nomadismo, quale risposta di dignità ed indipendenza alle persecuzioni, ebrei e rom hanno saputo essere in tutto e per tutto popoli – per cultura, tradizioni, spiritualità – ma popoli senza confini, senza burocrazie, senza eserciti, anche per questo temuti al punto da essere stigmatizzati come essenza del male e poi sterminati.
Ma se l’immenso calvario del popolo ebraico ha avuto pieno riconoscimento, quello del popolo rom a volte continua nel segno del pregiudizio e dell’emarginazione. È quindi compito della musica e del teatro civile scardinare conformismi e meschine convenienze, nate dalla logica del privilegio, per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni gente e di ogni individuo.

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Inizio:
6 Novembre 2012 alle ore 20:45
Fine:
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